Novantaquattro anni fa, il 16 agosto 1924, venne ritrovato il corpo senza vita di Giacomo Matteotti nel bosco della Quartarella, a Roma. Dopo le elezioni politiche del 1924, il deputato socialista, alla Camera, aveva denunciato brogli e violenze delle squadre fasciste.

Il sei aprile 1924 in Italia si tennero le elezioni politiche e il listone fascista di Benito Mussolini vinse a mani basse. Aveva raccolto una maggioranza strepitosa con l’aiuto dei liberali e in particolare dei politici più navigati della vecchia scuola: Orlando, De Nicola, Salandra, Gasparotto, Terzaghi. Le elezioni segnarono un completo trionfo del fascismo e la vittoria di Mussolini. Ma non tutti furono d’accordo. Un deputato socialista, Giacomo Matteotti, il trenta maggio dello stesso anno contesterà alla Camera la regolarità delle elezioni, accusando i fascisti di brogli e violenze. Il suo discorso, continuamente interrotto dai deputati fascisti, durò più di quattro ore. Il presidente dell’Assemblea, Enrico De Nicola, turbato e impaurito da quella bolgia, da quei pugni battuti sui banchi dalle camicie nere, da quelle minacce non velate, si rivolse atterrito al deputato socialista: “Concluda, onorevole Matteotti. Non provochi incidenti!”. Matteotti, sorpreso, interruppe il suo caloroso discorso e si rivolse all’uomo che, poco più di vent’anni dopo, diventerà il primo presidente della Repubblica italiana: “Ma che maniera è questa, lei deve tutelare il mio diritto di parlare!”.

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Poi, mentre tra sputi e minacce abbandonava l’aula, Matteotti si girò verso i suoi compagni di partito per esclamare: “Ho detto quel che dovevo dire, ora sta a voi preparare la mia orazione funebre”. Fu rapito dalla polizia segreta, la Ceka, il dieci di giugno e il suo cadavere venne ritrovato il sedici agosto dal cane di un guardacaccia nel bosco della Quartarella. L’indignazione popolare cominciò a dilagare e il fascismo sembrava definitivamente finito. Ma dopo lo sgomento iniziale gli italiani dimenticarono, le opposizioni lasciarono l’aula per ritirarsi sull’Avventino e Mussolini ne approfittò per instaurare la dittatura. In pochi giorni il delitto Matteotti divenne un incidente, un brutto incidente da dimenticare in fretta. Così come avvenne. In questo libro, oltre all’articolo di Piero Gobetti intitolato “Matteotti”, scritto il diciassette giugno – una settimana dopo il rapimento del deputato socialista – sono pubblicati in forma integrale l’ultimo discorso di Giacomo Matteotti alla Camera dei deputati del trenta maggio e il discorso di Benito Mussolini del tre gennaio 1925, con il quale il duce annunciò l’instaurazione della dittatura.

Stefano Poma

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Gobetti Matteotti

3 thoughts on "Un libro al giorno: Matteotti"

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