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I nani di Strapaese
Novantasei anni fa, il tredici luglio 1924, usciva il prima numero de ยซIl Selvaggioยป, storica rivista di “Strapaese” diretta da Mino Maccari a cui collaborarono i piรน grandi intellettuali italiani d’inizio secolo, tra cui il futuro fondatore di ยซOmnibusยป Leo Longanesi.
โEravamo molto fascistiโ, ha annotato il giornalista toscano Paolo Cesarini ricordando in un bellissimo libro scritto in prima persona, โItaliani cacciate il tiranno, ovvero Maccari e dintorniโ, lโepopea della sua generazione: quella degli โstrapaesaniโ. Sul finire degli anni Venti del Novecento, erano infatti tanti i ventenni che si riconoscevano nelle pagine del Selvaggio, la rivista diretta da Mino Maccari, che dal 1924 al โ42 diede anima e forma al movimento di Strapaese. Il Selvaggio era nato a Colle Val dโElsa, nella campagna senese, il 13 luglio 1924, un mese dopo lโuccisione di Matteotti: proprio mentre in molti stracciavano la tessera del partito di Mussolini, questi giovanissimi tornavano allโattacco e reclamavano la loro rivoluzione generazionale. Dalla campagna toscana, dove veniva creato quel fogliaccio (โbattagliero fascistaโ, si leggeva sotto la testata che era contrassegnata da due motti: โmarciare, non marcireโ e โnรฉ speranza, nรฉ pauraโ) si rilanciavano le parole dโordine diciannoviste, quelle dei fasci della fondazione milanese a piazza San Sepolcro. โUn fascismo anarchicoโ lo definรฌ Indro Montanelli. โUn fascismo libertarioโ, secondo Giano Accame, per il quale anche se si tratta di una โoccasione mancataโ, si tratta comunque di una potenzialitร ideale, di un atteggiamento esistenziale che, al di lร della sua concretizzazione storica, รจ perรฒ presente nellโimmaginario della cultura italiana come di ciรฒ โche avrebbe potuto essere il fascismo in versione libertariaโ.
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โEravamo โ ha appunto spiegato Cesarini per dare il senso di quella temperie โ molto fascisti. Romano Bilenchi aveva addirittura la tessera, invidiatissima, del 1922, di quando aveva appena tredici anni, io credo del โ26 o โ27. Ci consideravamo anzi esemplarmente fascisti soprattutto perchรฉ, secondo noi, le gerarchie tradivano la rivoluzioneโ. Dei futuri sodali di questa pattuglia generazionale, lโunico, allora davvero troppo piccolo, che non riuscรฌ a far proprio fino in fondo questo clima, fu forse solo il giovane pescarese Ennio Flaiano. E comunque nellโAntipatico 1960, lโalmanacco che pubblicava lโeditore Vallecchi, il futuro sceneggiatore del film โLa dolce vitaโ pubblicherร una sua poesia per rievocare le passioni dโinizio secolo del suo amico Maccari e della sua generazione: โMino, ricordi la Marcia su Roma? / Io avevo dodici anni, tu ventuno. / Io in collegio tornavo e tu a Roma / guidavi la squadraccia dei Trentuno. / Mino, ricordi? Alle porte di Roma /ci salutammo. / Avevi il gagliardetto / il teschio bianco, il pugnale tra i denti. / Io mโero tolto entusiasta il berretto / ricordi? Tu eri perfetto / nella divisa di bel capitano. / Io salutavo agitando il berretto. / Tu andavi a Roma, io andavo a Milanoโ.
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Tra questa generazione di intellettuali cโera, indubbiamente, Leo Longanesi. Negli anni Trenta davanti al Caffรจ Aragno di Roma il giovane di Bagnacavallo teneva banco lรฌ, insieme a quella pattuglia di intellettuali. E tutto era iniziato con una lettera del giovane Leo a Maccari: ai primissimi tempi del Selvaggio scrive a Mino e gli propone la sua collaborazione avvertendolo, a scanso di equivoci, che si รจ posto un solo scopo nella vita: fare tanti quattrini. Maccari si convinse che in unโepoca di retorica e di sbandierati ardori disinteressati quel giovane doveva essere davvero fuori del comune. I due si incontrarono e si avviรฒ lโintreccio tra il foglio di Colle Val dโElsa e LโItaliano, una rivista messa su da Longanesi dopo la sua adesione ai postulati di Strapaese. Il sodalizio durรฒ fino alla fine della guerra e si interruppe solo per ragioni geografiche, perchรฉ la fine delle ostilitร trovรฒ il senese in Versilia e il romagnolo a Napoli. E dopo, le posizioni si invertirono ancora: Longanesi a Milano per partecipare da editore e direttore del Borghese al decollo della cittร lombarda, Maccari di nuovo a Roma nella sua cattedra allโAccademia e collaboratore del Mondo.
Luciano Lanna
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