Il tuo carrello รจ attualmente vuoto!
Leo Longanesi, un fascista dell’Ottocento
Centoquindici anni fa, il 30 agosto 1905, a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, nasceva Leo Longanesi, il piรน grande maestro del giornalismo italiano.
Era il millenovecentoventisette. Su ยซLโAssaltoยป di Bologna, diretto dal fascistissimo Giorgio Pini, venne pubblicata lโautobiografia del giovanissimo Leo Longanesi: โSono nato a Bagnacavallo nellโagosto del 1805, ma questo non toglie chโio abbia compiuto appena ora il ventiduesimo anno dโetร . Ho bazzicato il ginnasio e il liceo, e sono sempre passato col sei; tutto quello che non so, lโho imparatoย in quegli anni. La mia ignoranza รจ infinita. Le apparenze hanno per me uno straordinario valore e giudico tutto dallโabito. Il mio motto รจ: Si vede subito. Non conosco il piรน profondo dellโio ed ho il coraggio di essere superficiale. Adoro i caratteri bodoniani e le ragazze dalle gambotte cubiste. Sono fascista e ritengo necessario salvare lโItalia dai fotografi. Per vivere alla carlona ogni strada รจ buonaโ. Depistando il lettore piรน ingenuo, facendolo sobbalzare per quello che potrebbe passare come refuso o errore di stampa, in quel โsono nato a Bagnacavallo nellโagosto del 1805โ cโรจ tutta lโessenza del mondo di Leo Longanesi. Era nato nel 1905, ma era un uomo dellโOttocento, un secolo custode della tradizione e dei buoni costumi italiani, che odorava sigari e di vecchi libri. Il primo fascismo, quello della provincia, quello delle sagre di paese e dei piazzali, fu sempre al centro della vita di Longanesi. Il quale, piรน che fascista, fu mussoliniano. E, quando Mussolini cadde, dovette darsi alla fuga. Lโautore del โVademecum del perfetto fascistaโ, lโuomo che coniรฒ il motto โMussolini ha sempre ragioneโ e che scrisse i piรน riusciti slogan di propaganda del regime come โTaci, il nemico ti ascoltaโ, si ritrovรฒ inviso ai nazifascisti.
*ย ย *ย ย *
Longanesi ormai da tempo perse la fede verso il regime e nei suoi giornali la fronda, lโanticonformismo e la satira verso lโimponente retorica che il MinCulPop aveva eretto faceva la stecca alle disposizioni della propaganda. โUn giorno raccontรฒ dโessere diventato antifascista in tram, guardando il didietro di un console della milizia in piedi davanti a luiโ, scriverร Indro Montanelli. La sua adesione al fascismo fu della prima ora, ma questa avvenne quando il regime non aveva inutili ambizioni imperiali, non inneggiava alla superioritร della stirpe e, soprattutto, non intendeva sostituire le vecchie tradizioni italiane con quelle costruite ex novo sullโuomo nuovo fascista. Il fascismo di Longanesi era quello della sua Romagna, era quello anarchico del nonno Leopoldo Marangoni, era quello delle cose fatte in casa e di Strapaese, movimento culturale e letterario che proponeva la continuazione delle tradizioni paesane, la valorizzazione del territorio nazionale e lo spirito patriottico che i reduci della prima guerra mondiale avevano ereditato da Gabriele Dโannunzio. Era quel fascismo che riprendeva lo spirito anarchico del Mussolini di quegli anni: โVoi siete anarchico, siatelo per molti anni finchรฉ potete. ร una ricetta per restare giovaniโ, gli disse una volta Mussolini mentre passeggiavano sulla spiaggia di Cesenatico. E Longanesi, anarchico e conservatore allo stesso tempo, questโuomo dellโOttocento cresciuto leggendo Sorel e Rimbaud in quellโ8 settembre si trovรฒ in mezzo a due fuochi. Da una parte i fascisti, i quali lโaccusavano per il suo antifascismo, dallโaltra gli antifascisti, che lo accusavano per la militanza alle attivitร del regime.
*ย ย *ย ย *
Trovรฒ rifugio a Napoli e lo sconforto affiora dal suo diario: โNoia, delusioni, miseria, pioggia, luce di candele e odor di cavoli fatti in casa. Rifarsi una vita in condizioni cosรฌ poco favorevoli, fra stranieri stupidi e orgogliosi, che giudicano tutti gli italiani ladri e ruffiani, non รจ cosรฌ facile, soprattutto a quarantโanni, quando non si crede piรน con estrema forza ai grandi ideali, e soprattutto quando questi ideali non ci sono. Passiamo i giorni in casa a chiederci: โChe cosa faremo?โโ. NellโItalia del dopoguerra tutti cercarono di crearsi una nuova verginitร e nessuno era mai stato fascista. Montanelli raccontรฒ che, allโarrivo di Longanesi a Milano nel giugno del โ45, il giornale โLโItalia Liberaโ ospitava un trafiletto nel quale si deplorava che Longanesi non avesse fatto in tempo a giungere nel capoluogo lombardo per essere appeso per i piedi alla famosa pompa di benzina di piazzale Loreto. Scrive Montanelli: โIl caso volle che proprio lโindomani incontrasse lโincriminato. Sโera in un pubblico locale di Montenapoleone, infestato anche quello di partigiani. E il poveretto, entrando, rimase disorientato quando si trovรฒ di fronte a Leo, che gli puntava il dito accusatore. E di colpo, saltando come un misirizzi su una sedia e additando agli istanti partigiani il malcapitato, proruppe in questo straordinario grido: โร un antifascista! Prendetelo!โโ.
Stefano Poma
L’Universale รจ un giornale gratuito.ย Se vuoi sostenerlo con una piccola donazione cliccaย qui.
Acquista il nuovo libro di Stefano Poma: “Un carciofino sott’odio: il mondo di Leo Longanesi”.
Acquista il libro in formato cartaceo cliccando qui.
Acquista il libro in formato e-book cliccando qui.