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Quando Cavour ce lo chiedeva l’Europa
Nel 1852, a Parigi, il conte Camillo Benso prese contatti con la nuova classe dirigente francese, negli anni gloriosi della Seconda Repubblica. Napoleone appoggiรฒ un governo Cavour e Massimo d’Azeglio, ormai anziano, gli lasciรฒ l’incarico di presidente del Consiglio del Regno di Sardegna.
Il connubio Cavour-Rattazzi ce lo chiedeva lโEuropa. Napoleone III lo approvรฒ a Parigi, in un dopocena nella sua reggia. Cโerano entrambi, il conte di Cavour e lโavvocato di Alessandria. A stomaco pieno e sotto lโeffetto dello champagne, lโincontro fu un vero successo e si concluse con baci, abbracci e giudizi politici favorevoli e reciproci. Ma cosa pensavano oltre Manica? Gli inglesi consideravano Cavour il miglior ministro della Finanze dโEuropa e forse lo vedevano giร come il vero capo del governo.
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LโAgenda Cavour peraltro trovava il convinto favore di illustri economisti come Adolphe Blanqui. E lo stesso Cobden si diceva convinto che โnon cโรจ nessuno in Europa che sappia trattare questioni finanziarie ed economiche piรน abilmente del vostro ministro delle finanzeโ. La grande ammucchiata centrista la volevano anche il re e il Papa. Sebbene Vittorio Emanuele II non amasse molto Cavour, DโAzeglio questa volta lโaveva fatta grossa: pretendeva di approvare la legge sul matrimonio civile, cioรจ un insulto per la Santa Sede, che era pronta a una vera crociata contro lโistituto peccaminoso. Ineccepibile la coerenza del sovrano, che da tempo se la spassava con la bella Rosina, moglie di fatto al di fuori dei sacramenti.
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Insomma i tempi erano maturi per mandare finalmente in pensione il vecchio Massimo dโAzeglio. Lโinciucio era pronto: centrosinistra e centrodestra si preparavano a governare tutti insieme appassionatamente, emarginando le forze estreme come la destra di Cesare Balbo e i terribili mazziniani. E cosรฌ fu: quando il 21 ottobre il re dichiarรฒ nel Consiglio dei ministri che la sua coscienza non gli consentiva di approvare una legge matrimoniale condannata dal Papa, dโAzeglio, ormai malfermo in salute, scelse la via delle dimissioni. La strada era spianata per il conte di Chieri, che sbalordรฌ tutti con una larga maggioranza variegata, ma di uomini saggi e responsabili che agivano per il supremo interesse del Paese. Ovviamente, il governo Cavour non pensรฒ mai al matrimonio civile: ce lo chiedeva Pio IX.
Andreaย Leccese
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