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Quattro anni fa, il 25 novembre 2016, a L’Avana moriva Fidel Castro, il rivoluzionario comunista cubano. La storia di una figura controversa, che ha scritto molte pagine nel grande libro del socialismo mondiale del Novecento.
Fidel Castro (Birán, 13 agosto 1926 – La Habana, 25 novembre 2016) è stato primo ministro di Cuba dal 16 febbraio 1959 al 2 dicembre 1976, quando tale carica venne abolita, e, dal 3 dicembre 1976 al 18 febbraio 2008, presidente del Consiglio di Stato e presidente del Consiglio dei ministri, nonché Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba. Anche se la sua figura resterà per sempre controversa, è innegabile che abbia fatto storia, perché se a ventisette anni partecipi all’assalto fallito alla caserma di Moncada di Santiago de Cuba, dopo soli tre anni d’esilio ritorni rocambolescamente nel tuo Paese con qualche decina di guerriglieri, lo liberi da una dittatura corrotta e nei successivi cinquantadue anni di ininterrotto potere sopravvivi a 637 attentati, non puoi che entrare di diritto in quella ristretta cerchia di personaggi che hanno scritto, nel bene o nel male, la storia del Novecento. E questo, nei suoi novant’anni di vita, ha fatto il Líder Máximo, e il suo segno rimarrà per sempre nella memoria dei cubani anche se, magari, la storia non lo assolverà al contrario di quel che lui stesso disse dopo l’arresto successivo al fallito attentato al dittatore Fulgencio Batista.
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Figlio di un possidente benestante galiziano e di una contadina cubana, nel 1945 si iscrive ai corsi di laurea in Giurisprudenza, Sociologia e Diritto Diplomatico dell’Università di L’Avana dove partecipa alle lotte politiche del movimento studentesco ed assume vari incarichi nella Federazione degli Studenti Universitari abbracciando l’ideologia marxista. Il 26 luglio 1953 – data da cui prenderà il nome il movimento rivoluzionario cubano -, dopo essersi laureato in Diritto Civile e Diritto Diplomatico, comanda l’assalto alla caserma Moncada, ma il golpe ai danni di Batista fallisce e Fidel viene arrestato e poi condannato a 15 anni di reclusione (ne sconterà solo due prima dell’amnistia). Uscito di prigione opta per l’autoesilio in Messico dove si impegna a costruire il primo nucleo di guerriglieri anti-Batista: il 25 novembre 1956, 82 guerriglieri (tra cui Fidel e Raul Castro, Ernesto Che Guevara e Camilo Cienfuegos) salpano, a bordo della barca Granma, verso Cuba attraverso il fiume Tuxpan sbarcando a Las Coloradas il 2 dicembre. Da questo momento inizierà la guerriglia vera e propria che permetterà ai “Barbutos” (così furono chiamati i guerriglieri castristi) di entrare trionfalmente a La Habana l’8 gennaio 1959.
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Da quel giorno di gennaio comincerà la serie di attentati falliti organizzati dagli Stati Uniti per eliminare il presidente cubano e abbattere la nuova Cuba socialista; alcuni eventi saranno destinati a restare in eterno sui libri di storia, come la vittoria contro l’invasione organizzata dalla CIA alla Baia dei Porci nell’aprile del 1961 e la gestione della famosa “Crisi dei missili” del 1962, quando si arrivò a pochissimo dallo scoppio della Terza Guerra Mondiale.
– Il 1° agosto 2006 cedette temporaneamente il governo al fratello Raul, vicepresidente del Consiglio di Stato, per sottoporsi a un intervento chirurgico intestinale per una forma grave di diverticolite, degenerata poi in peritonite ed emorragie interne, per la quale ha rischiato più volte la vita.
– Il 17 dicembre 2007 Fidel annunciò per la prima volta che non avrebbe più assunto un ruolo politico attivo.
– Il 18 febbraio 2008 fu ufficializzata la rinuncia alla Presidenza del Consiglio di Stato e alla carica di Comandante in capo della Rivoluzione; il potere passò completamente nelle mani del fratello Raul.
– Il 19 aprile 2011, durante il VI Congresso nazionale del Partito Comunista di Cuba, Fidel consegnò le proprie dimissioni come Primo Segretario del Partito.
– Il 19 aprile 2016, interviene a sorpresa nel corso della cerimonia di chiusura del VII Congresso nazionale del Partito Comunista Cubano annunciando che quella sarebbe potuta essere l’ultima volta che prendeva la parola nell’assemblea e invitando i partecipanti a mantenere vivi i propri ideali comunisti.
Muore a Cuba il 25 novembre 2016, alle ore 22.29, per cause sconosciute.
Andrea Tagliaferri
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