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Bokassa, il Napoleone d’Africa

Ottant’anni fa, il 22 febbraio 1921, nel villaggio di Bobangui, nella Repubblica Centrafricana, nascevaย Jean-Bedel Bokassa, l’imperatore africano di cartapesta.

L’Africa รจ un continente dalla bellezza struggente, ma un destino tragico sembra averle tarpato le ali.ย  Ai colori vivissimi delle savane, delle giungle e dei deserti; alla comparsa di figure colte e raffinate come Lรฉopold Senghor o autorevoli come Nelson Mandela, si contrappone una galassia di orrori, fatta di povertร  e di lotte tribali. Tali lotte spesso degenerano in guerre fratricide che, in mezzo ad una cornice lussureggiante, si protraggono per decenni. Tra tutti i Paesi che compongono l’immenso mosaico del continente nero, la Repubblica Centrafricana pare non fare eccezione a questa regola ferrea. Conflitti interminabili tra i vari signori della guerra e secolari ingerenze straniere, la fanno da padrone. Le vicissitudini della Repubblica diventano semmai particolari, in quanto sono legate indissolubilmente alla parabola di uno dei dittatori piรน sanguinari ed eccentrici che la storia ricordi: Jean Bรฉdel Bokassa, Il fedele satrapo โ€œfranceseโ€ divenuto Imperatore in seguito ad un’incoronazione piรน vicina ad una farsa che ad una reale cerimonia.

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Nato in un villaggio di nome Bobangui il 22 Febbraio 1921, Bokassa all’etร  di sei anni rimase orfano di entrambi i genitori. Il padre, fiero oppositore del dominio francese, fu ucciso durante un tentativo di rivolta, e la madre, sopraffatta dal dolore per la perdita del marito, si tolse la vita. Dopo questi eventi traumatici Bokassa studiรฒ presso una scuola di missionari dove imparรฒ a leggere e a scrivere e, nel 1939, a 18 anni, fu reclutato nell’esercito francese con il quale combattรฉ durante Seconda Guerra mondiale. Ritenuto un buon soldato, si distinse al punto da essere decorato con la Legion d’onore e la Croce d’oro. Al termine del conflitto, egli fu impegnato anche nella Guerra d’Indocina. Raggiunto il grado di Capitano, nel 1962 si congedรฒ dall’esercito francese per arruolarsi in quello centrafricano dove raggiunse il grado di Colonnello. L’invito a tornare nel suo Paese natale proveniva da David Dacko, suo cugino, nonchรฉ presidente della Repubblica Centrafricana.

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Da quel momento, cominciรฒ l’ascesa politica di Bokassa il quale, grazie al suo potere militare e sfruttando il crescente malcontento nei confronti della presidenza di Dacko, attuรฒ un colpo di stato il 31 Dicembre del 1965. Inizialmente tentรฒ qualche riforma tesa a migliorare le condizioni del suo Paese, avviando la nazionalizzazione dell’industria e dell’agricoltura, abolendo l’infibulazione e creando un primo embrione di trasporto pubblico. Nonostante ciรฒ Bokassa non era un Solone. Egli apparteneva a quella genie che Joseph Conrad avrebbe collocato tra i โ€œconquistatoriโ€, persone piรน inclini all’uso della forza bruta che alle sottigliezze della politica. Bokassa, finรฌ preda delle vertigini del potere, facendo assumere al suo regime un carattere sempre piรน dispotico e manifestando una ambizione sconfinante nella megalomania.

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Un atteggiamento del genere non poteva che suscitare dei malumori in seno alla popolazione e alla burocrazia, quest’ultima a sua volta assetata di potere. Si tentarono numerosi golpe, ma questi ottennero solamente l’effetto di rendere piรน feroce la sua reazione. Bokassa aveva un asso nella manica: l’appoggio della Francia, che egli ricompensava generosamente rifornendola dell’uranio di cui il Centrafrica risultava assai ricco, sia fornendole una base logistica per tenere sotto controllo la Libia di Gheddafi. Il dittatore riuscรฌ al tempo stesso, a contare sull’aiuto dello stesso Gheddafi, dimostrando di sapersi barcamenare tra le varie fazioni del complicato scacchiere africano ed europeo. Il dittatore, nel 1972, si fece nominare โ€œpresidente a vitaโ€ dall’Assemblea nazionale. Ma questo non bastรฒ. Egli voleva emulare il suo piรน grande idolo spirituale: Napoleone Bonaparte. Cogliendo l’occasione per i dieci anni del suo regime personale, il 4 Dicembre del 1976 si autoproclamรฒ Imperatore con il nome di Bokassa I. La cerimonia dell’incoronazione si tenne l’anno dopo e val la pena di raccontarla.

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Un corteo dall’aspetto squisitamente ottocentesco scortรฒ fino alla cattedrale di Notre-Dame di Bangui, il โ€œneo imperatoreโ€ il quale, insieme alla consorte Catherine e al figlioletto Jean-Bedel II, finalmente poteva coronare il suo sogno di gloria. Il principe ereditario di appena 4 anni, sbadigliando, pareva l’unica persona a manifestare un aperto disinteresse per la portata storica dell’evento. La famiglia imperiale all’interno di una sfarzosa carrozza verde e oro, trainata dai cavalli normanni, giunse sul luogo prestabilito per la cerimonia. Bokassa scese dal cocchio. Egli, agghindato come il Bonaparte dipinto da Jacques-Luis David, sfilรฒ tra la folla e giunse fino ad un palco dove erano stati collocati due enormi troni in bronzo tempestati di perle e di cristalli. Lui puntรฒ verso quello avente la forma di un’aquila e si sedette. Faceva uno strano effetto vedere quell’uomo color ebano, con una barba e dei baffi corti, vestire come un sovrano europeo di quasi duecento anni prima. L’espressione bizantina del viso, gli occhi, neri come il carbone, non tradivano nessuna emozione. Il vescovo di Bangui portando con sรฉ una corona d’oro massiccio tempestata da cinquemila diamanti, si avvicinรฒ al sovrano, che nel mentre era stato avvolto da un lungo mantello di ermellino e porpora. Bokassa, con studiata teatralitร , si tolse la corona d’alloro che teneva in testa e fulmineo prese l’altra corona che il vescovo porgeva in rispettoso silenzio. La indossรฒ tra gli applausi dei presenti. A tentare di donare un’atmosfera sacrale alla vicenda, contribuiva il โ€œTe deum laudamusโ€ che venne intonato durante la funzione. L’incoronazione e il successivo banchetto costarono alle casse del povero stato centrafricano oltre 20 milioni di dollari, trascinandolo in una irreversibile crisi economica. I generi alimentari da quel momento cominciarono sempre piรน a scarseggiare.

Stefano Carta

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