Fu una fra le battaglie più decisive della seconda guerra mondiale
A seguito della prima battaglia di El Alamein, svolta nel luglio del 1942, quando l’Armata corazzata italo-tedesca, comandata del feldmaresciallo Erwin Rommel, costituita dalla Panzerarmee Afrika tedesca (ridenominazione del “Deutsches Afrika Korps”) e da due corpi d’armata italiani, uno di fanteria ed uno meccanizzato, si era riusciti ad addentrarsi in Egitto, con l’obiettivo di troncare la vitale linea di rifornimenti britannica del canale di Suez, occupando i campi petroliferi del Medio Oriente, il generale britannico Deutsches Afrika Korps prese il comando dell’8a Armata britannica. La seconda battaglia di El Alamein si svolse tra il 23 ottobre e il 3 novembre 1942: provocò la morte di 13.500 inglesi, 17.000 italiani, 9.000 tedeschi e fu una delle più decisive della seconda guerra mondiale mettendo la parola fine alla minaccia italo-tedesca sul canale di Suez e consegnando il dominio assoluto del Mediterraneo agli inglesi. Gli ultimi a cedere a El Alamein furono i paracadutisti della Folgore. Abbarbicati al margine della depressione di El Qattara, avevano di fronte il 13° corpo d’armata che, secondo i piani inglesi, doveva dare vita a un falso scopo ma in realtà combatté una delle più dure e logoranti battaglie locali di sfondamento dell’intero fronte. Gli uomini della Folgore resistettero per 13 giorni senza cedere un metro. Alla resa ebbero l’onore delle armi e il nome della loro divisione restò da allora leggendario. Winston Churchill, all’indomani della battaglia, disse: «dobbiamo inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore». Un sacrificio ben sintetizzato dalle parole della Medaglia d’Oro, Ten. Col. Alberto Bechi Luserna: «(…) Caduti per un’idea, senza rimpianti, onorati dal ricordo dello stesso nemico».
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