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Il 24 gennaio 1965 moriva Winston Churchill, simbolo della lotta al Nazi-fascismo e della libertà
A più di 50 anni dalla morte, avvenuta nel 1965, Winston Churchill è considerato ancora oggi uno dei leader più carismatici discussi del Novecento
Con l’indomabile energia e la popolarità che seppe conquistarsi, impersonò la volontà di resistenza del Regno Unito e dei popoli alleati contro la minaccia nazista, quando il mondo era sull’orlo di un abisso, nel 1940-41. Aveva capito molto presto, grazie a un viaggio in Germania nel 1934, l’immenso pericolo rappresentato da Hitler, che mirava al dominio continentale. E fu l’unico, anche nel suo governo, a dichiaragli una guerra totale, assoluta, drammatica. A ribadire sempre, anche quando tutto sembrava perduto, che i nazisti non avrebbero mai potuto contare su una pace segreta, separata. La sua forza fu quindi un grandissimo, incrollabile coraggio morale e fisico (si muoveva sui fronti, andava in mezzo alle popolazioni bombardate), unito a una visione da politico di lungo corso che gli permise di capire che se Hitler non fosse stato sconfitto l’Inghilterra sarebbe rimasta isolata e a quel punto avrebbe potuto perdere il suo impero. E Churchill agì sempre negli interessi dell’impero.
Ma non si limitò solo alla difesa, tentò di contrattaccare: inviò divisioni di soldati in nord Africa, sostenne fortemente la Raf, la battaglia navale atlantica e soprattutto salvò l’esercito britannico dalla catastrofe di Dunkerque, riuscendo a riportare in patria 300mila soldati inglesi e 100mila francesi. Aveva infatti capacità eccezionali di lavoro, come pochi, tenendo anche conto che quando andò al governo aveva 65 anni. La sua grande forza, quindi, fu un insieme di coraggio morale, visione politica ampia e instancabilità.
La Gran Bretagna uscì dalla Seconda guerra mondiale vittoriosa, ma stremata. Aveva messo nel conflitto ogni sua ricchezza, basti dire che nelle fabbriche negli anni della guerra vigeva il codice militare. Il popolo minuto voleva lasciarsi alle spalle il ricordo di tanto dolore e tanti sacrifici ed era uscito impoverito dal conflitto. Così alle elezioni del 1945, soprattutto il proletariato arrivò con la necessità di recuperare un minimo di benessere e di protezione sociale e decretò la vittoria del Partito laburista, tradizionalmente favorevole a politiche sociali più eque. Ma la sconfitta dei conservatori non intaccò il prestigio personale né la grandezza di Churchill. E in ogni caso il Partito laburista aveva fatto parte dell’unione sacracontro Hitler: non aveva mai avversato la politica di Churchill della guerra a oltranza.
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