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L’amante di Dostoevskij (terza parte)
La fine dell’amore tra lo scrittore russo e Polina, che finรฌ per sposare un giovane di 25 anni, Vassili Rozanov, grande ammiratore di Dostoevskij.
La chiusura della rivista due anni prima e la morte del fratello nel 1864, furono dolenti colpi alla condizione economica dello scrittore, che tuttavia non lo ammonirono a limitare il vizio cieco e malsano del gioco. Allo stesso tempo, cominciรฒ a lavorare al romanzo Delitto e castigo, dopo aver preso accordi sui diritti delle opere fino ad allora scritte con lโeditore Stellovskij, il quale chiedeva allo scrittore, entro breve termine, un nuovo romanzo. Il tempo gocciolava e Dostoevskij, per non vanificare lโunica maniera di assicurarsi unโentrata, si vide costretto ad assumere una stenografa, che trovรฒ nella persona di Anna Grigorโevna Snitkina, giovane donna energica e tenace che lo affiancรฒ, allโorigine del suo lavoro, nella stesura del suddetto romanzo e de il Giocatore. Lโincontro con Anna fu salvifico per il lavoro di scrittura ma, con uno sguardo piรน ampio, per la vita dilaniata dello scrittore, il cui genio riposava tra due cattive braccia, il male antico dellโepilessia e il gioco, sullo sfondo di una controversa personalitร costellata di chiaroscuri.
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La stretta vicinanza tra i due, creatasi per lavoro, si tramutรฒ infatti in un affetto che il matrimonio incorniciรฒ nel 1867, nonostante la notevole differenza dโetร , grossomodo la stessa che intercorreva tra lui e Polina. Unione che non evitรฒ ad Anna i frequenti tormenti, di varia natura, che quellโuomo complicato generava. Intanto, nel carteggio tra lo scrittore e Polina era rimasta solo nostalgia ricca di recriminazioni: lei sosteneva che Dostoevskij lโavesse usata cinicamente per puro piacere e nonostante questo di aver provato un sentimento grandioso; lui, che arrivรฒ a scrivere anche alla sorella, credeva Polina unโegoista irragionevole che non si curava del male compiuto verso gli altri, ma che indubbiamente, con la sua sensualitร demoniaca, gli aveva solcato lโanimo. La relazione con quella donna oscura, come se avesse trovato il modo di fuoriuscire da un suo romanzo, incarnรฒ lโidea tutta dostoevskiana dellโempio abisso che compone ogni individuo, contrappesato dalla tenace volontร di salvezza da quella landa disincantata, โinfernaleโ proprio per la sua furiosa profonditร .
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Nellโultima lettera, Dostoevskij dispiegรฒ gli eventi che lo avevano condotto al felice matrimonio con Anna, con freddezza mascherata dโaffetto. โNon รจ ad una spicciola ed essenziale felicitร che ti invito. Tu consideri gli uomini o infinitamente luminosi o immediatamente disonestiโ. โLei (Anna) ha un cuore e sa amare. Io non so come hai vissuto questโultimo anno, e che cosa รจ avvenuto nel tuo cuore, ma a giudicare da tutto ciรฒ che io so di te, รจ difficile che tu possa essere felice. Addio, eterna amica”. La figlia Lyubov riporta poi un episodio per metร attendibile, che attesterebbe una visita di Polina molto tempo dopo nella casa dello scrittore che, una volta che lโebbe dinnanzi, agรฌ come se non lโavesse riconosciuta, lasciandola andare via con molta umiliazione. Polina convolรฒ a nozze poco prima della morte di Dostoevskij, nel 1880, con Vasilij Rozanov, giornalista ed estimatore dello scrittore molto piรน giovane di lei, che piรน tardi sarebbe diventato anchโegli scrittore e che avrebbe saggiato con mano lโipnotico gelo della donna, istintiva e pretenziosa, che aveva ammaliato, molti anni prima, il suo scrittore esemplare.
Mariele Gioia Papa
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