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Tamiki Hara, il poeta che sopravvisse alla bomba atomica

Nell’agosto del 1945, quando gli americani lanciavano la bomba atomica su Hiroshima, Tamiki Hara si trovava a Motomachi, distante poco piรน di un chilometro. Sopravvisse all’esplosione, ma non alla morte della moglie Sadae. Si suicidรฒ ottantuno anni fa, il 13 marzo 1951, per il dolore e il forte pessimismo che lo contraddistingueva qualche anno piรน tardi.ย 

Tamiki Hara nacque a Hiroshima nel 1905 e nellโ€™agosto del โ€˜45 sopravvisse alla bomba atomica. Mentre era studente alle scuole medie si appassionรฒ alla letteratura russa e iniziรฒ a scrivere poesie. Ammirรฒ particolarmente i poeti Murล Saisei e Paul Verlaine. Si laureรฒ presso il dipartimento di letteratura inglese della Keio University e trovรฒ lavoro come autore professionista dal โ€˜35 in poi. La moglie di Tamiki, Sadae, si ammalรฒ nel โ€˜39 e morรฌ nel โ€˜44. Una volta disse di lei: “Se dovessi perdere mia moglie, vivrei solo un anno per lasciarmi alle spalle una raccolta di belle e tristi poesie”. Un anno dopo, poco prima del primo anniversario della morte di Sadae, fu esposto al bombardamento atomico di Hiroshima nella casa dei genitori, a Motomachi. Queste due esperienze traumatiche divennero centrali nellโ€™influenzare il suo lavoro.

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Natsu no Hana, (Fiori dโ€™estate), la sua opera piรน conosciuta, per la quale ricevette il primo premio Takitaro Minakami, fu completata nell’agosto del โ€˜46 ma non fu pubblicato fino al giugno dellโ€™anno successivo. Furono pubblicate, successivamente, altre opere: Haikyou kara nel โ€™47, Kaimetsu no joukyoku e Chinkonka nel โ€™49, dove Tamiki descrive e mette in relazione la sua terrificante esperienza della bomba atomica. Ha anche prodotto molte poesie sullo stesso tema, per le quali รจ molto conosciuto e studiato in Giappone. L’ultimo lavoro di Hara, Shingan no kuni del โ€˜51, potrebbe essere letto come la sua nota suicida. Si suicidรฒ ottantuno anni fa a Tokyo, il 13 marzo 1951, sdraiandosi sui binari percorsi da un treno in arrivo. Il suo giร  fragile stato mentale era stato esacerbato dallo scoppio della guerra di Corea, che sembrava confermare il suo continuo pessimismo che si presentava come una oscura visione del futuro.

Federico Cuni

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