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L’eruzione del Vesuvio del 1906
Centoquindici anni fa, alle 5:30 del 4 Aprile 1906, cominciava la piรน violenta eruzione del Vesuvio del XX secolo. Il bilancio finale fu terribile: 216 morti, 112 feriti e piรน di 34.000 sfollati.
La spettacolare foto dell’eruzione del Vesuvio fu scattata nel 1906 da Frank Alvord Perret (1867-1943), ingegnere, imprenditore ed inventore americano con la passione per la vulcanologia. Alle 5:30 del 4 Aprile del 1906, preannunciata da una serie di scosse di terremoto, cominciava la piรน violenta eruzione del Vesuvio del XX secolo. A milleduecento metri si aprรฌ una bocca di fuoco sul versante meridionale del vulcano. I campani furono svegliati di soprassalto da un inferno di gas, esalazioni e lava. Una gigantesca colonna di fumo si presentรฒ agli occhi attoniti e terrorizzati delle persone. Fu il panico. In migliaia, nel disperato tentativo di salvarsi, abbandonarono le loro case. La violenta attivitร del vulcano raggiunse il culmine nella notte tra il 7 e l’8 quando, dopo due forti scosse di terremoto la parte superiore del cono collassรฒ. Un bombardamento di cenere rovente e di lapilli distrusse gli abitati di Boscotrecase,ย Ottaviano e S. Giuseppe Vesuviano. L’eruzione fu talmente forte che la cenere giunse fino in Puglia.
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Nei giorni successivi, l’attivitร del vulcano cominciรฒ a diminuire d’intensitร fino a cessare del tutto il 21 Aprile del 1906. Il bilancio finale fu terribile: 216 morti, e 112 feriti. Piรน di 34.000 furono gli sfollati. Solo a Napoli il peso della cenere accumulata sul tetto del mercato di Monteoliveto provocรฒ un crollo della struttura, uccidendo 11 persone e ferendone una trentina. Ottaviano, letteralmente sommersa dalla cenere, fu ribattezzata la “nuova Pompei”. Trentotto anni dopo quel cataclisma i campani vissero nuovi attimi di terrore quando il vulcano si risvegliรฒ. Era il 1944 e nel un paese giร falcidiato dalla guerra, il Vesuvio seminรฒ ulteriore morte e distruzione. Fu quello l’ultimo macabro segno di vita del terribile gigante. Da allora, per oltre settant’anni il vulcano รจ rimasto inerte. Esso parrebbe caduto in un sonno profondo. Tuttavia per gli esperti dell’Osservatorio Vesuvianoย il rischio di una ripresa dell’attivitร vulcanica รจ sempre imminente.
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A Portici, nei dintorni di Napoli, c’รจ una lapide del 1631 con un sinistro monito scritto in latino. Essa fu collocata per volontร del vicerรฉ Emanuele Fonseca Zunica all’indomani di una delle innumerevoli eruzioni delย Vesuvio. L’inquietante messaggio ha tuttora lo scopo di mettere in guardia le generazioni future sui pericoli mortali che si celano dietro l’apparente inerzia del Vesuvio:
ยซPosteri, posteri
รจ nel vostro interesse, l’esperienza vissuta ammaestra la vita a venire.
Vigilate
Venti volte da che brilla il sole, รจ storia, non favola
fu in eruzione il Vesuvio
sempre con immane strage di quelli che hanno indugiato
Ammonisco perchรฉ d’ora in poi non ghermisca gli incerti…ยป.
E ancoraโฆ
ยซIl Vesuvio, temuto, ha serbato in vita.
Non tenuto in considerazione, ha fatto strage
degli incauti e degli avidi
per i quali la casa e le masserizie contavano piรน della vita
Allora, se hai giudizio, presta ascolto a questa lapide eloquente
non curarti della casa, non badare ai bagagli:
fuggi, senza alcuna esitazione!ยป.
ย Stefano Carta
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E buona lettura.