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Giugno 1940: l’entrata in guerra e la gioventù volontaria
All’entrata in guerra dell’Italia nel 1940, migliaia di ragazzi italiani si arruolarono volontari senza essere soggetti agli obblighi di leva. Erano le classi 1922, 1923, 1924.
Nel giugno del 1940, al momento dell’entrata in guerra dell’Italia, migliaia di ragazzi entusiasti accorsero ai comandi federali della Gioventù Italiana del Littorio per offrirsi come volontari di guerra. Erano i giovani fascisti delle classi 1922, 1923 e 1924 non ancora soggetti agli obblighi di leva. Si decise così di costituire venticinque battaglioni premilitari, i famosi Battaglioni GIL. Ciascun battaglione, che prendeva il nome della città di provenienza, era costituito da circa mille giovani. Dopo un periodo di intenso addestramento e, per quelli acquartierati nei pressi del confine occidentale, dei primi approcci con le zone di guerra, venne indetta a fine agosto ’40 la Marcia della Giovinezza. Tutti i battaglioni, per tappe successive, si spostarono per via ordinaria e raggiungessero Padova, la meta finale, a passo di marcia. Qui vennero passati in rassegna dal Duce circondati dall’euforia generale. Ma incredibilmente dopo qualche giorno, a causa delle pressioni effettuate da alcuni alti papaveri dello Stato Maggiore dell’Esercito (tra cui l’onnipresente Badoglio), ne venne chiesto lo scioglimento. La rabbia tra i giovani fascisti crebbe in modo esponenziale fino al verificarsi di innumerevoli e violenti episodi di insubordinazione, compreso l’incendio e la distruzione di alcuni locali. Gli inviti a rinunciare all’arruolamento si fecero sempre più pressanti. Tuttavia alcuni temerari non cedettero e, anche grazie all’aiuto di validi ufficiali che si comportarono da veri padri (uno su tutti il maggiore Balisti), continuarono ad addestrarsi in maniera “semi-clandestina” fuori da qualsiasi inquadramento ufficiale. Si trattava di circa 2-3 mila volontari rispetto ai 25 mila iniziali. Dopo un’infinta serie di conferme e disdette, ordini e contro-ordini, ed addirittura un velocissimo passaggio nei ranghi della Milizia, finalmente il 18 aprile 1941 (OdG 49640) lo Stato Maggiore stabiliva ufficialmente l’istituzione del Gruppo Battaglioni Giovani Fascisti come facente parte del Regio Esercito Italiano. I ragazzi svestirono quindi le divise kaki e grigioverdi della GIL per indossare le corrispondenti dell’esercito. Sul bavero rimasero le caratteristiche fiamme giallo-cremisi, i colori di Roma, i colori della GIL, e le stellette sostituirono i fasci scudati. Il 24 luglio del 1941 il Gruppo battaglioni GG FF partì per la guerra del nord Africa dove scrisse letteralmente pagine di Storia. Le motivazioni, agli occhi di oggi quasi utopistiche, che spinsero migliaia di ragazzi poco più che adolescenti ad arruolarsi volontari di guerra sono perfettamente riassunte nel libro autobiografico del giovane fascista A. Pagin: «in quel fatidico pomeriggio del 10 giugno 1940, al primo squillo di tromba decisi di arruolarmi volontario. Di guerre l’Italia ne aveva vinte parecchie, ne aveva vinta una perfino mio padre, nulla impediva, dunque, che ne vincessi una anch’io».
Ermanno Brussani