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I compromessi di Costanzo Chauvet
L’intreccio tra affari e giornalismo nell’Italia di Giolitti.
Costanzo Chauvet, nativo di Santo Stefano Belbo, Cuneo, dove nacque nel 1843, fu sergente regio ed entrรฒ a Roma coi bersaglieri di Cadorna il giorno della Breccia di Porta Pia. Lasciรฒ presto la milizia per dedicarsi unicamente, da buon italiano, agli affari e al giornalismo, intrecciati insieme. Fondรฒ, nel 1873, il Popolo Romano, giornale che portรฒ ad una autoritร singolare, soprattutto nel campo parlamentare. Volta a volta sostenitore e avversario degli uomini di sinistra, Chauvet appoggiรฒ soprattutto Giovanni Giolitti, col quale era legato da certe affinitร intellettuali e affaristiche.
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Come scrittore, Chauvet possedeva unโeccezionale capacitร di semplificazione e di sintesi, e mai nessun giornalista scrisse mai piรน articoli che piacquero cosรฌ tanto a Giolitti. Come gli piacquero, verso il โ90, quelli stringati, scritti di notte, i quali riassumevano con tono di autoritร la situazione dal punto di vista del piรน volte presidente del Consiglio dei ministri. Compromesso nellโaffare della Banca Romana, Chauvet fu arrestato e processato per corruzione. Scaricato da Giolitti, continuรฒ a pubblicare il suo giornale, ma non ebbe piรน lโautoritร di prima. Gli ultimi a conferirgli importanza politica furono i tedeschi, che nel 1915 lo finanziarono per combattere lโinsurrezione interventista a favore del non intervento. Due mesi dopo, lโItalia entrava in guerra.
Vittorio Scacco
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