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Chi scrive รจ nato sulla sponda sinistra dellโArno a 5 chilometri dal centro di Firenze. LโArno con la sua doppia curva giustamente definita il Girone, rinchiudeva il nostro podere ad est e a nord. Un podere mezzadrile provvisto di una casa colonica tra le piรน dignitose e confortevoli che le riforme leopoldine abbiano prodotto. Su…
Chi scrive รจ nato sulla sponda sinistra dellโArno a 5 chilometri dal centro di Firenze. LโArno con la sua doppia curva giustamente definita il Girone, rinchiudeva il nostro podere ad est e a nord. Un podere mezzadrile provvisto di una casa colonica tra le piรน dignitose e confortevoli che le riforme leopoldine abbiano prodotto. Su un lato della casa correva la strada che portava al traghetto al centro della curva del fiume. Sulla destra della strada cโera il cancello della villa La Massa, una tipica villa fiorentina proprietร di un antiquario inglese (Mr Procter) il cancello rimaneva sullโangolo della strada che scendeva da Candeli al cancello la strada svoltava verso sinistra per andare a Casavecchia e la Nave a Rovezzano. Al di lร di questa strada cโera il podere della famiglia Sarti, mentre ad ovest confinante col nostro podere cโera, delimitato da un fossetto, il podere dei fratelli Signori di cognome, soprannominati โFraoloneโ e โRรจspiceโ. Allโinterno della curva lโArno depositava molta rena, renone e agliaia (ghiaia), che veniva dragata da un gruppo di renaioli provvisti di arnesi e barchetti appositi. Uno dei renaioli era mio zio, Irio Del Soldato, il tipico zio complice del nipote. Gli altri erano i due fratelli Fortunello e Nandino, figli di โStoppinoโ Ermini di co-gnome, poi cโera Birilli di Casavecchia il Cianfanelli, e a volte arrivava il Lontra, dal Girone. Ogni giorno arrivava Battaglia, con il carro capace di due metri quadri di rena, trainato da un cavallo di razza belga, di grossa taglia. Sulla strada di Casavecchia di faccia al podere del Sarti avevamo il garage del barroccio e del calesse e la stalla della nostra cavalla. La casa era rivolta verso il podere e lโArno impostata su un cortile racchiuso da un muro con portone di legno. Di fronte, tra la casa cโera lโaia per battere il grano delimitata dalla rete dellโorto. Dentro il cortile cโerano gli ingressi alle stalle delle vacche e delle mucche, al fienile, alla rimessa e la scalinata scoperta che portava al primo piano in cucina. Il porcile era esterno accanto alla concimaia, dietro i pagliai. Sotto la rampa della scala cโera lโingresso della cantina. Dalla cucina si accedeva alle โstanzeโ seccare la roba e per i bachi da seta ed infine alle camere da letto con in fondo il cesso che scaricava nel lato lontano dietro casa dove cโera il bottino. Davanti alla casa, tre. 4 metri di distanza, oltre lโaia cโera lโorto da una parte e i pagliai, il legname la capanna per gli attrezzi con la concimaia dallโaltro. Piรน distante incominciava il podere, che era ovviamente a coltura promiscua, con filari di alberi da frutto e viti, seminato a foraggio. Poi, piรน lontano, a metร podere, il terreno scendeva di livello con un balzo di circa un metro, con fossetta oltre la quale cโera lโuliveto e dove si cresceva il grano. LโArno che veniva da Vallina veniva a diritto incontrandosi contro il muraglione della Villa, che rimaneva a qualche metro di altezza sul livello del fiume il quale curvando produceva un vortice, dove lโacqua era pericolosamente profonda. Il livello del podere sostenuto e protetto in parte da muro o altrimenti dal terreno piรน alto sostenuto da arbusti e acacie. Laddove il livello del campo si abbassava cโera un muraglione di protezione con una apertura a cataratta che se occorreva poteva servire per irrigare eventuali piantagioni che lo richiedessero, ma tutte le coltivazioni erano โa seccoโ, non richiedendo acqua in alcun luogo. Lโorto veniva innaffiato con secchie a mano. Oltre lโArno era Comune di Fiesole e la veduta delle colline fiesolane mostrava Settignano con le sue case spicciolate tra gli uliveti. Sulla riva del fiume correvano la ferrovia per Arezzo e Roma e la Strada Aretina per Pontassieve e Forlรฌ o Arezzo. Sulla sponda la scarpata scendeva sino al livello dellโacqua dove erano le case del Girone e i suoi mulini e i suoi ladri.